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Albrecht_Leonardo Benevolo

LEONARDO BENEVOLO

Benno Albrecht



ITALIAN SUMMARY
Quella di Benevolo è stata la dimostrazione concreta dell'esercizio di una ginnastica civica oggi ormai sconosciuta. Dalla sua vita traspare che fare l'architetto è una scelta etica, che comporta sacrifici e delusioni, ed è chiaro un insegnamento profondo, il lavoro in architettura è l'avere Cura del bene comune, è l'affermare la superiorità del valore civico alla realizzazione artistica personale. È difendere con determinazione la banalità e la normalità del bene. Questo si traduce in politiche e pratiche: la difesa dell'ambiente, stabilizzare gli abitanti nel territorio, tutelare i nuclei centrali delle città e il loro restauro, nell'evitare il consumo di suolo, equilibrare gli interessi pubblici e privati ricercando il pareggio delle iniziative pubbliche.


Estratti dall'articolo
LEONARDO BENEVOLO

Leonardo Benevolo ci ha lasciati, serenamente in casa sua, all'età di 93 anni, ci mancherà un uomo, gentile, mite e sorridente.
Leonardo Benevolo, lo ricordano nella quarta di copertina dei suoi libri, è stato "il più noto studioso italiano di storia dell'architettura", cosa quanto mai vera e che ho potuto sperimentare di persona. Dalla Cambogia al Pakistan, dal Mali al Perù, quello di Benevolo è tra i pochi nomi d'architetti italiani contemporanei conosciuti, e molto spesso è anche l'unico. È impressionante pensare al numero di persone che si sono formate, in ogni parte del mondo, leggendo i suoi libri tradotti in tredici lingue. Questa fama internazionale ha però una contropartita. Benevolo è diventato un nome astratto, un'indicazione di libri di testo. Gli studenti non collocano la sua figura nello spazio e nel tempo. "Il Benevolo" non è un uomo, che ha influito sulla nostra disciplina, ma un libro, che solo, e spesso a stento, è individuabile in una bibliografia. Ancora meno ricordato oggi, non solo dagli studenti, è che l'architettura, lo studio, la professione, l'impegno civico si sono legate strettamente nella sua lunga vita.
Uno dei suoi ultimi libri dal titolo "La fine della città" è una lunga intervista fatta da Francesco Erbani [1], questa formula permette a Benevolo, di spaziare e mettere in connessione, autobiografia e politica urbanistica, ricordi professionali e progresso democratico del paese, impegno civile e le attese per il futuro della disciplina architettonica.
Benevolo parla di se, dei suoi inizi nella Roma degli anni Cinquanta e di essere stato testimone del passaggio e della continuità, su cui molto insisteva, tra le strutture del potere accademico e professionale del Ventennio e quelle del dopo guerra.
Ci racconta il suo lungo, difficile e conflittuale rapporto con l'Università italiana che è finito con una sua, ancor oggi, discussa uscita nel 1976. Il lascito di questa esperienza è un indimenticabile libro umoristico [2], a tratti addirittura esilarante, La laurea dell'obbligo, che raccoglie i risultati di 2793 temi dell'ultimo esame di storia dell'architettura che ha tenuto a Roma. Potete immaginare l'ambiente dell'epoca e che razza di risposte sono documentate.
Benevolo ricorda la stagione del Centro sinistra nei primi anni sessanta ed il dibattito urbanistico italiano, dominato dalla proposta di riforma di Fiorentino Sullo. Ci racconta i rapporti e l'amicizia con Luigi Bazoli, ed il loro "laboratorio sperimentale di urbanistica" di Brescia negli anni Settanta. Segue la stagione dei Piani, le esperienze dei Fori Imperiali a Roma con Gregotti, quelle di Palermo e di Venezia che sono i tentativi compiuti per imporre una progettazione delicata, debole, che pesi poco sull'ambiente e che abbia un passo leggero.
Benevolo ha scritto tantissimi libri, 452 diverse edizioni sono raccolte dall'Istituto Centrale per il Catalogo Unico, redatto importanti progetti e piani urbanistici, che mostrano che ogni suo nuovo sforzo è stato indirizzato alle giovani generazioni. Bisogna però avere una precauzione.


NOTE
[1] 
A cura del giornalista della redazione culturale di "Repubblica" Francesco Erbani, pubblicato dalle edizioni Laterza di Bari, nel marzo del 2011.
[2] 
Leonardo Benevolo, La laurea dell'obbligo, Roma; Bari, Laterza, 1979.


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This article must be quoted as: Albrecht B. (2017), "Leonardo Benevolo", Planum. The Journal of Urbanism, Magazine Section, no. 34, vol I/2017, pp. 1-16.