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Ritmi urbani by Marco Mareggi  </br> Cover, Maggioli Editore ©

Book Review
Ritmi urbani
by Marco Mareggi

Nausica Pezzoni


“Guardare il territorio attraverso la lente dei tempi consente di vedere altro”: altro rispetto a quel che vedono le analisi e le previsioni di un’urbanistica che si rivolge alla “popolazione anagrafica, stanziale”, trovando in essa il solo riferimento; altrove, rispetto all’orientamento di una disciplina “impermeabile alle pratiche abitative temporanee”, che recepisce soltanto “due fenomeni, l’invecchiamento e l’immigrazione, perché di grandi numeri e sotto i riflettori”.
Con queste parole, l’autore apre il campo a un sistema più complesso, dove l’abitare è fenomeno dalle variegate sfaccettature, diversamente interpretato dalle molteplici popolazioni che vivono al suo interno, e declinato dai soggetti che lo attraversano in relazione alle traiettorie di vita di ciascuno: è il sistema della città contemporanea, che attraverso la “lente dei tempi” può svelare i suoi ritmi, ovvero lasciarsi osservare nelle sue maglie più fini.

Il libro di Marco Mareggi presenta una lettura della città contemporanea orientata ad esplorarne le “pulsazioni”, facendo affiorare i ritmi che il territorio assume in relazione alle pratiche sociali che vi si innescano.
Una lettura lontana dai “riflettori” delle analisi urbanistiche, capace tuttavia di descrivere lo spazio urbano mediante elementi costitutivi della sua forma: la densità e la rarefazione con cui i luoghi vengono frequentati nei diversi momenti del giorno o della settimana o dell’anno; la continuità nell’uso di alcuni spazi o la sporadicità nella fruizione di altri; i diversi livelli di accessibilità in relazione agli orari di apertura dei servizi; sono i materiali di cui si compone una rappresentazione della città capace di includerne il funzionamento.
La materia del tempo, dunque, quale componente fondamentale della conformazione urbana, parte integrante di una descrizione che, slegatasi da un’immagine statica e (pre)stabilita della città, si fa sensibile alla dinamicità delle trasformazioni minute, quotidiane, meno evidenti, disegnando i contorni di un’urbanità che è paesaggio cangiante, spazio stratificato di vissuti individuali e collettivi, crocevia di movimenti.
Non potendo pensare al futuro della città affidandosi a una previsione demografica, dal momento che questa non rappresenta più una variabile stabile, l’urbanistica contemporanea, nel solco delle riflessioni di Bernardo Secchi e, fin dagli anni Settanta, di Giancarlo De Carlo, deve necessariamente spostare l’attenzione su altre questioni: l’autore riprende la lezione dei grandi maestri per introdurre un filone di studi urbani che ormai da un ventennio rivolge l’attenzione alle popolazioni urbane e all’abitare plurale dei luoghi, alle pratiche sociali e alla relazione multiforme che gli abitanti instaurano con lo spazio, alla dimensione temporale come elemento determinante per interpretare la geografia urbana.

La prospettiva temporale nella descrizione dei territori, tematizzata attraverso l’analisi dei ritmi urbani, è l’approccio specifico che Mareggi propone nell’ottica di meglio comprendere l’abitare contemporaneo e al contempo di “articolare l’azione di governo del territorio” stratificando le analisi preliminari degli strumenti urbanistici e le fasi progettuali delle politiche pubbliche con una rappresentazione del profilo spazio-temporale della città.
La “partitura urbana”, esito del comporsi e ricomporsi delle spazialità urbane in relazione ai tempi delle diverse pratiche sociali, rappresenta la scrittura attraverso cui leggere le istanze emergenti di cambiamento di una città; una scrittura la cui sintassi è costituita dalle analisi orarie, dal rilievo dei modi d’uso e dei ritmi lavorativi sociali, dai calendari e dalle carte cronografiche. Nei tre Piani territoriali degli orari della città descritti (a Lodi, a Gallarate, a Paderno Dugnano) l’autore presenta tre recenti esperienze di rappresentazione oraria e spazio-temporale dei caratteri urbani, mostrando gli strumenti di un’indagine che guarda alla “fruibilità reale” dei servizi pubblici, ai ritmi del lavoro, delle attività commerciali, del pendolarismo, del tempo libero e degli eventi culturali, quali elementi strutturali per poter leggere - e progettare - lo spazio urbano in relazione a una società “ad alta complessità temporale”.
La metafora della partitura urbana diviene metodo di comprensione della contemporaneità, esplicitato nelle operazioni descrittive di territori con specifiche connotazioni spazio-temporali, dove il “pulsare dei luoghi” assume forme e significati differenti, fornendo nuovi strumenti interpretativi alle analisi del territorio e aprendo diverse prospettive di progetto.


La struttura del libro restituisce un percorso metodologico che parte dalle “ragioni di un ripensamento”, con l’intento rilanciare, “in una stagione di declino dell’agire per micro-azioni locali delle politiche temporali urbane”, l’attualità di un approccio analitico che rappresenta un “potenziale di comprensione e interpretazione di problemi irrisolti dell’abitare contemporaneo”; si colloca nell’alveo di una tradizione di ricerca che ha permesso di articolare la lettura dei fenomeni abitativi e delle trasformazioni urbane analizzando i tempi sociali della città; e arriva infine alla strumentazione tecnica che tenta di rispondere alla promessa di “vedere altro” fornendo un metodo d’analisi e una premessa progettuale. 
Per una descrizione spazio-temporale della città contemporanea - titolo del primo capitolo – è una panoramica dei percorsi di ricerca che sociologi e urbanisti hanno tracciato nella direzione di un’interpretazione del territorio sulla base delle dinamiche sociali che lo attraversano, dando forma ai “paesaggi della quotidianità”.
Una selezionata letteratura, a partire dai geografi del tempo e da Kevin Lynch, “il primo a portare un approccio temporale alla progettazione degli spazi e al rilievo dei ritmi dell’attività visibile”, offre al lettore scorci su un terreno esplorativo improntato alla ritmica della città, e lo conduce fino alle più recenti osservazioni di chi sceglie il movimento come “chiave d’ingresso privilegiata per descrivere la città e la società contemporanea”.
L’excursus proposto dall’autore viene presentato attraverso alcune tracce di lettura, che strutturano in modo suggestivo i passaggi attraverso le fonti e al contempo costituiscono le “chiavi d’accesso” al tema dei ritmi urbani. Gli orari di lavoro e i mutamenti intercorsi nella loro morfologia è il primo “indicatore” attraverso cui viene descritta l’articolazione dei tempi di lavoro che, con la graduale scomparsa degli orari uniformati della città-fabbrica, ritmano oggi i territori contemporanei. 

I tempi obbligati e i tempi scelti è una lettura per differenza tra l’organizzazione temporale non solo del lavoro ma anche di funzioni quali le strutture scolastiche e i mezzi della mobilità, “capaci di diventare strutturazione urbana”, e i tempi di vita di un’auspicata “ville à la carte”, dove “ciascuno è l’artefice della propria prossimità” e “sceglie luoghi, servizi e tempi per la propria vita, per il proprio lavoro e per il tempo per sé e con gli altri”. I nuovi stili di vita e di consumo è la terza chiave d’accesso, orientata a leggere i ritmi del tempo libero e le geografie dei consumi, “dove retail ed enterteinement si fondono” a connotare gli stili di vita contemporanei. Le popolazioni urbane e le pratiche con cui ciascuna disegna le geografie variabili della propria appartenenza territoriale, è il quarto tassello di una descrizione della città che va assumendo i caratteri di un campo poliedrico attraversato da traiettorie diversificate, rappresentazione di un abitare plurale e mutevole: una chiave di lettura che motiva il quesito sotteso - “per chi?” - rivolto all’urbanistica quale tema emergente su cui applicarsi. Il quotidiano presenta una prospettiva di ricerca che mette al centro la concretezza del vivere ordinario, studiando le pratiche di costruzione e uso del territorio, l’agire routinario “come metro e misura di qualità”.
Le diffuse forme di mobilità propone una lettura dell’abitare come fenomeno che sempre più si caratterizza come itinerante, in ragione sia della crescita della mobilità quotidiana, sia del moltiplicarsi delle popolazioni temporanee, con la relativa compresenza entro la città di diverse logiche di movimento: fattori che consentono di leggere la mobilità quale elemento costitutivo della nostra epoca.
La sequenza delle chiavi d’accesso delineate conduce alla proposizione degli elementi possibili di una partitura urbana che è la risultante dei diversi tipi di tempo sociale indagati, e di cui la successiva descrizione dei Piani territoriali degli orari di Lodi, Gallarate e Paderno Dugnano rappresenta una possibile, efficace declinazione.
Rivelando ciò che segna il ritmo dell’abitare, i tre casi studio propongono un nuovo linguaggio e una tecnica dell’analisi sociale e territoriale che, nel dare forma a fenomeni invisibili all’urbanistica tradizionale, aprono spiragli a politiche urbane integrate. Un linguaggio che permette, appoggiandosi agli strumenti di una dettagliata esplorazione sul campo, di “ascoltare la musicalità del progetto urbano”.

Nausica Pezzoni, architetto e PhD, lavora come urbanista presso la Provincia di Milano. Al centro dei suoi interessi professionali e di ricerca popolazioni, ritmi e tempi urbani, politiche di welfare per la città contemporanea.
E-mail: nausica.pezzoni@gmail


 

Planum Events 06.2012 </br> Ritmi urbani, Presentazione e dibattito sul libro, 14.06.2012 Ritmi urbani by Marco Mareggi </br> Internal pages, Maggioli Editore © Ritmi urbani by Marco Mareggi </br> Internal pages, Maggioli Editore © Ritmi urbani by Marco Mareggi </br> Internal pages, Maggioli Editore © Ritmi urbani by Marco Mareggi </br> Internal pages, Maggioli Editore ©

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