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Stadtgeist o lo Spirito della Città:
Escapismo romantico
o umanesimo urbano?

Pietro Garau

    ENGLISH VERSION


Stranamente, stadtgeist non è un termine usuale, nonostante il fatto che le città sono senza dubbio una delle più importanti costruzioni spirituali della civiltà umana. Ma ci piace l’idea di adottare Stadtgeist, o “lo Spirito della Città”, per sottolineare il fatto che le città non sono semplicemente realtà fisiche o materiali o luoghi elettivi della residenza, della produzione e degli scambi commerciali, ma la personificazione di alcuni dei nostri più elevati  tratti spirituali – riflessione, comunanza, intimità, ingegnosità, impegno collettivo, ed un senso di identificazione con i nostri intorni costruiti e naturali.


1. Stadtgeist | P. Garau, computer graphics, Paper 53.

Tutto questo non potrebbe essere più lontano dalle immagini zuccherose tratte da renderings o progetti di abbellimenti arredativi atti a ritrarre un concetto artificioso di vita urbana – tipiche del quale le immagini di sereni abitanti felicemente seduti all’aria aperta in una bella giornata di sole.
Le città possono essere luoghi duri, ed i loro spazi pubblici vengono normalmente interpretati come corridoi di trasferimento di andata e ritorno tra le abitazioni ed altri luoghi designati per il lavoro, l’istruzione, il divertimento od altre funzioni. La rapidità e l’efficienza sono prioritarie. Parchi, alberi e giardini sono dove sono per aumentare il valore delle proprietà, più che per ritemprare I cittadini di tutte le età.
E difatti, I paladini dell’urbano ansiosi di giustificare l’investimento pubblico nelle città ne esaltano la centralità economica, riconoscendo così la propria sottomissione al modello di sviluppo che domina incontrastato nel nostro mondo post-welfare.
Stadtgeist nega le usurpazioni utilitariste e neoliberiste della città. In questo senso, si tratta di un concetto rivoluzionario, certamente più vicino alla denuncia di Karl Marx dell’alienazione umana che alle attuali celebrazioni popolari della creatività urbana o delle tecnoesaltazioni della “Smart City”.
Lo stadtgeist è “lento”. Esso riassume la città come un luogo per cui possiamo sviluppare un forte affetto, senza fretta – e precisamente perché essendo un prodotto umano, la città è anche una manifestazione visibile del nostro spirito. Ma questo affetto non è un divertimento da flâneur, ne’ un’incombenza da turista.


2. Adiusting to the pandemic, Rome, Spring 2021 | P. Garau, computer graphics, Paintbrush.

3. Stealing a Walk: Inventing Alternate Walking Routes | 
P. Garau, computer graphics, Paintbrush.

 
Al contrario, la sua costruzione può avvenire visitando le “quattro città dello stupore”. La prima è la Città della “Magia dell’Ordinario”. Come mai tutte le cose prive d’importanza che vediamo immerse in una città od un comune quartiere – un passaggio seminascosto con una scalinata, un negozio all’angolo, un bambino che si gode un gelato, una fontanella, l’ombra degli alberi in una piazza – riescono a darci un senso di inaspettata piacevolezza?

Poi c’è la Città del Miracolo della Coesistenza. Come si spiega un luogo che ci permette di aggirarci sicuri dappertutto e di esercitare il nostro diritto alla solitudine, ma in compagnia di tutti, oppure di unirci ad altri che giocano a pallone in un parco senza sentirci strani o importuni? Ah, ma non dimentichiamo la Città come Macchina Meravigliosa: un posto dove migliaia di persone di cui non ci accorgiamo mai ci donano una luce per leggere la sera, acqua da bere quando lo vogliamo, calore per scaldarci, marciapiedi e strade e viottoli ed autobus e metropolitane per muoverci e girare, sistemi per far sparire l’acqua piovana. E che dire infine della Quarta Città del Pianeta della Speranza, dove possiamo godere di tutte queste cose sapendo di utilizzare la più limitata quantità’ di spazio possibile e senza il bisogno di guidare per lunghe distanze perché quasi tutte le cose di cui abbiamo bisogno ogni giorno si trovano alla fine di un breve percorso a piedi?


4. Monteverde Vecchio, Rome | P. Garau, foto.


No, non siamo a  Fairville o nella Seahaven della Truman Show. Più probabilmente si tratta del quartiere stesso in cui viviamo, e che prendiamo per scontato – specialmente se abbiamo la fortuna di vivere in un quartiere di una città europea costruito cento anni fa, in un’epoca in cui gli urbanisti creavano città senza il minimo sospetto di essere “sostenibili”.


5. Biennale dello Spazio Pubblico 2021 | P. Garau.

L’affetto per la città deve essere coltivato perché è la maniera migliore per costruire consenso attorno alla necessità di investire risorse materiali nei luoghi che sono l’espressione dei nostri valori collettivi. E questo consenso si costruisce nella maniera migliore appellandoci alla capacità di apprendimento, l’inestinguibile curiosità e la natura priva di pregiudizi delle generazioni dei più giovani.
È questo il motivo per cui “Imparare la Città”, un progetto che verrà lanciato dalla prossima Biennale dello Spazio Pubblico, si appoggia allo Stadtgeist come suo principio ispiratore.


6. Quartiere Testaccio Plan, Roma | P. Garau.

Questo ha a che fare con la scoperta un poco misteriosa della mitica Bauhaus recentemente evocata dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen? Forse. Ma noi possiamo comunque cominciare con buon piglio nel costruire materiali e strumenti educativi, forse anche una “app”, per attivare un dialogo di apprendimento con inostri cittadini più giovani.La sfida è affascinante, e in modo particolare per progettisti e urbanisti. Potremmo forse riscoprire il nostro senso perduto per il fascino  del quotidiano grazie ai nostri committenti più importanti, e re-imparare da loro I fondamenti dello Stadtgeist – la fascinazione, l’appartenenza, la scoperta, la gratitudine, e lo stare insieme.


Pietro Garau è un urbanista italiano che ha dedicato gran parte del proprio impegno professionale all’impiego della pianificazione urbanistica come strumento per l’eguaglianza sociale e lo sviluppo sostenibile.
È stato coordnatore di ricerca a UN-Habitat e co-chair di task forces internazionali per la realizzazione degli Obiettivi del Millennio ONU per lo Sviluppo Sostenibile e per la Conferenza ONU Habitat III.
Ha insegnato politiche urbane a Sapienza Università di Roma ed è attualmente impegnato nell’organizzazione della sesta Biennale dello Spazio Pubblico.



"Stadgeist o lo spirito della città: Escapismo romantico o umanesimo urbano?" | 
Articolo pubblicato su Planum. The Journal of Urbanism, n. 41, vol.1/2021 | www.planum.net
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